lunedì 19 marzo 2007

Recensioni blues: John Hammond - Push Comes To Shove.

JOHN HAMMOND
Push Comes To Shove

Anno: 2007
Label: Back Porch Records
Formato: CD

01. Push Comes To Shove
02. Come On In This House
03. Mean 'Ol Lonesome Train
04. If You Wanna Rock & Roll
05. I'm Tore Down
06. Eves Behind Your Head
07. Butter · Heartache Blues
08. Everything's Gonna Be Alright
09. Take A Fool's Gonna Be Alright
10. Take A Fool's Advice
11. You Know That's Cold
12. Cold Water

Sito Ufficiale: www.johnhammond.com

Una precisazione è dovuta: John Hammond raramente prende in mano carta da musica e penna, perché estrapola dal vasto repertorio di canzoni scritte da autori che lui stesso semplifica con questa frase: “Che scrivo a fare? Ho in repertorio mille canzoni, altri lo hanno fatto molto meglio di me…”; risponde solo ad una regola, la stessa dal 1962, “Do it good”, semplicemente “fallo bene”.
E lui lo fa davvero bene; ci si rende conto di questo rivedendo tra la sua sterminata discografia, dai primi albums ortodossi per la Vanguard Records, a Triumvirate, all’amore per il bluesman Robert Johnson, al piccolo gioiello sottovalutato di Nobody But You, alla colonna sonora de “Il Piccolo Grande Uomo”; agli alti e bassi che non hanno mai minimamente scalfito la sua statura e la sua dignità di musicista completo, un uomo che “lavora dodici mesi all’anno su questi blues”, pure se è capitato che non riempisse il locale.
Aveva raggiunto un picco qualche anno fa con Wicked Grin, frutto di un ideale sodalizio con Tom Waits, picco leggermente smussato dai successivi albums pubblicati per la Back Porch Records: Ready For Love del 2003 (prodotto da David Hildago) e Back In Your Arms Again del 2005.
Push Comes To Shove è il terzo album pubblicato per la Back Porch Records.
L’album inizia la sporchissima title track, dove ascoltando una chitarra da juke joint e un organo proveniente dal sottoscala, ci permette di comprendere che John Hammond si è rimesso a scrivere canzoni.
Poi, procedendo all’ascolto, si passa al pezzo numero due Come On In This House del bluesman Junior Wells: si tratta della rilettura di uno degli ultimi grandi classici del blues.
La canzone numero tre, Mean ‘Ol Lonesome Train, leggendo gli autori, si considera che John Hammond intende rimanere quello che è sempre stato, un meraviglioso e sopraffino interprete di quelli senza pari.
Sono quarantacinque anni che fa le stesse cose, o meglio, gravita intorno alle stesse cose di sempre, spulciando tutti gli stili, che poi sono il suo stile inimitabile, da tutte le possibili angolature.
Si procede, intanto, con la traccia numero quattro If You Wanna Rock & Roll di Don Di Mucci (inserita nel suo album Bronx In Blue pubblicato da poco per la Blue Label), John Hammond ne incide una splendida versione.
La canzone numero cinque è un altro tassello della tradizione, I’m Tore Down, rivisitata in maniera molto personale: si percepisce un incrocio tra blues e rap, un egregio esempio di campionatura del classico di Sonny Thompson, frutto della collaborazione tra John Hammond e il produttore G Love.
Con quest’ultimo album, il trentatreesimo, ci troviamo davanti ad una nuova vetta; non raggiunge niente di nuovo, poca originalità, la solita regola del “do it good”, fallo meglio degli altri. Il brano numero sei Eyes Behind Your Head, porta la sua firma, ed è un blues da cocktail e da ora tarda: la voce di John Hammond ci sta di incanto, il “mood” ricorda da vicino un altro grande artista Mose Allison.
Altri brani scritti da John Hammond in questo album sono Heartache Blues, un delta blues con una melodia di facile presa con Bruce Katz al piano solo; la gradevole Take A Fool’s Advice e la pregevole You Know That’s Cold, che inizia in sordina e si arricchisce nella seconda parte prendendo corpo.
Altri brani da segnalare sono Everything’s Gonna Be Alright del bluesman Little Walter e Cold Water scritta da Tom Waits.
L’organico è composto da membri che hanno partecipato nei lavori precedenti Bruce Katz (organ, piano, accordion, electric piano), Marty Ballou (electric e acoustic bass), Stephen Hodges (drums, tambourine, washboard, hand clapping, shaker, cowbell) e infine lui, John F. Hammond (acoustic guitar, electric guitar, harp, vocals, national steeel guitar, electric harp).
(Fonte tratta dal mensile Buscadero n. 288 - Marzo 2007).

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